Che carne si può mangiare in gravidanza?
La carne è oggetto di una disputa che si trascina da tempo. Da una parte ci sono i sostenitori della fonte proteica di origine animale per il benessere generale. Dall'altra i propugnatori di una filosofia alimentare, come la dieta vegana, che predilige le fonti proteiche vegetali e limita il consumo di carne a pochissime occasioni. Sebbene questa scelta possa diventare uno stile di vita in situazioni normali, non si può dire altrettanto in caso di situazioni particolari come la gravidanza. In particolare, che carne si puó mangiare in gravidanza?
La carne in gravidanza
La carne è un alimento fondamentale nella dieta di una donna in gravidanza. È ricca di vitamine del gruppo B e sali minerali, quali potassio, ferro e magnesio. Presenta anche tante proteine nobili, necessarie alla formazione di tutti i tessuti di sostegno alla formazione del feto (tessuti, muscoli, ossa, organi, sistema nervoso e così via).
Di fatto l’apporto proteico deve corrispondere al 15% del sostegno calorico giornaliero durante i nove mesi di gestazione. Questo apporto, peró, non puó essere sostenuto dalle proteine di origine vegetale. Legumi e vegetali non racchiudono le stesse proteine ad alto valore proteico e amminoacidi essenziali della carne.
Carne e toxoplasmosi
La convinzione che la carne in generale sia in grado di trasmettere la malattia infettiva, chiamata toxoplasmosi ha portato molte donne incinte a escluderla erroneamente dai menú quotidiani.
Sai cosa si può mangiare in gravidanza per la toxoplasmosi?La toxoplasmosi è un’infezione che si contrae con l’ingestione di carne poco cotta, uova crude o latte non pastorizzato colpiti da un parassita chiamato Toxoplasma gondii. La malattia parassitaria risulta asintomatica negli adulti sani e al massimo può manifestarsi con sintomi molto simili alle spie della tipica influenza (ingrossamento linfonodi, febbre e stanchezza). I problemi saranno ben più gravi in soggetti con un sistema immunitario debole.
La donna in attesa che viene colpita da questa malattia infettiva, invece, rischia complicanze feto-neonatali (es. morte fetale, nascita prematura, ritardato accrescimento intrauterino). I problemi potrebbero anche colpire il sistema reticoloendoteliale (es. calcificazioni epatiche, anemia emolitica e ittero). Altri problemi potrebbero consistere in polmonite, lesioni nervose, alterazioni della vista e molto altro ancora.
Il rischio di contrarre la toxoplasmosi però non deve corrispondere all’esclusione totale della carne dal regime alimentare durante i nove mesi di gestazione. Tutto quello che bisogna fare per gestire l'apporto calorico è tenere a mente una serie di buone regole per evitare di contrarre questo tipo di infezione quando si aspetta un bambino:
- Non consumare salumi grassi e insaccati (fatta eccezione per mortadella, bresaola e prosciutto cotto)
- Mangiare carne ben cotta
- Lavare frutta e verdura
- Non toccare le feci del gatto
- Detergere accuratamente le mani dopo aver toccato carne cruda e frutta e verdura non pulite
- Indossare sempre i guanti per fare le pulizie o praticare giardinaggio
Che carne si può mangiare in gravidanza?
È essenziale per la donna incinta consumare carne fino a 4-6 volte alla settimana, rispettando una quantità di 150-200 grammi per porzione. I quantitativi variano a seconda di peso e fabbisogno calorico specifico e tenendo a mente le preziose regole per non contrarre la pericolosa toxoplasmosi.
Più in particolare, la donna in dolce attesa dovrebbe preferire la carne bianca. La carne rossa andrebbe consumata 1-2 volte alla settimana perché più ricca di grassi insaturi. Questi potrebbero determinare un aumento del peso, un innalzamento del colesterolo e una maggiore incidenza di problemi cardiovascolari. Piú in particolare, la carne da mangiare in gravidanza è:
- Carne bianca – Pollo, tacchino e coniglio
- Carne rossa – Filetto di vitellone e carne di cavallo
Qualsiasi carne si scelga di inserire nel menú quotidiano resta preferibile optare per cotture prive di grassi come cottura al forno, al cartoccio, al vapore e in umido ed evitare i condimenti complessi.
Durante questo particolare periodo la “carne al sangue” deve lasciare spazio alla “carne ben cotta”. Ma ricordatevi sempre di non esagerare! Le bruciature non giovano né alla salute della mamma né alla crescita del nascituro.